Breve storia della cartografia (Cartografia Classica parte 2)

Grecia

La civiltà greca rappresenta un periodo fondamentale per l’evoluzione della cartografia grazie ai viaggi e alle scoperte che allargarono i confini del mondo conosciuto e alle conoscenze matematico-astronomiche elaborate da questo popolo.
Nelle prime carte disegnate dai Greci, come quella di Anassimandro da Mileto (VI sec. A.C.)  . la Terra figurava come un cerchio in mezzo ad un anello di acque che circondava le terre emerse, tra le quali penetrava il Mediterraneo.


Eratostene  nel III sec. A.C. perfezionò il sistema di coordinate sferiche costituito da latitudine e longitudine, introdotto da Dicearco da Messina arricchendolo con diverse rette ortogonali poste a distanze diseguali (meridiani e paralleli) che passavano per alcune località la cui posizione era nota. Tali linee servivano a fissare la posizione degli altri luoghi a seconda  delle distanze dai punti nuovi. Si trattava di un vero e proprio reticolo geografico di riferimento.



Gli studiosi moderni  lo ritengono il "padre della geografia scientifica".


La cartografia Romana


In epoca romana il sapere geografico e cartografico era essenzialmente indirizzato alle esigenze pratiche delle attività militari, commerciali e amministrative.
Il personaggio più importante del periodo fu Claudio Tolomeo (II sec. d.C.), considerato il più grande cartografo dell’antichità, autore di una raccolta di carte di tutto il mondo allora noto, considerata il primo “atlante”.